Giro d’Italia 2024, Tadej Pogacar: “Sono abituato ad essere il favorito, dobbiamo essere bravi a controllare”

Tadej Pogacar arriva rilassato ma concentrato al via del Giro d’Italia 2024. Nella ormai tradizionale conferenza stampa che precede la presentazione delle squadre, il leader della UAE Team Emirates ha risposto senza sottrarsi alle domande dei giornalisti di tutto il mondo, tra coloro che erano in sala stampa, al suo albergo, nelle loro redazioni o da casa. Domande che ovviamente si sono incentrate sui suoi obiettivi e ambizioni a questo suo esordio alla Corsa Rosa, che rappresenta il primo step verso un tentativo di doppietta che manca da oltre 25 anni (1998, Marco Pantani, ovviamente).

Come è andata la tua settimana dopo Liegi, cosa hai fatto?
Ho alternato alcuni allenamenti duri, ma anche un po’ di riposo. Ho fatto un po’ di Go Kart. Ho avuto bei momenti prima del Giro, anche un po’ con la famiglia nel fine settimana. Ma è stato tutto molto veloce dalla Liegi al Giro

Finalmente inizia il Giro, dopo sei mesi dal tuo annuncio
Con l’avvicinarsi della corsa non vedi l’ora di cominciare e conti i giorni. Penso sia così per tutti. La tensione aumenta, ma quella positiva. Per tutti si comincia a lavorare

Cosa ti aspetti dal pubblico?
Amo correre in Italia, mi piacciono i fan, anche dalla Slovenia penso ce ne saranno molti. Non vedo l’ora di vedere il pubblico a bordo strada. Penso ci saranno molte tappe con moltissima gente e non vedo l’ora di vedere questa atmosfera sulle grandi salite o nelle tappe importanti

Geraint Thomas e Luke Rowe nel loro podcast hanno detto che la squadra qui non è fortissima in salita, che ne pensi?
Non credo. Ho grande fiducia in Rafal Majka e Felix Grossschartner, ma anche Domen Novak e Mikel Bjerg che possono fare ottimo lavoro in salita. Abbiamo anche con Vegard Stake Laengen un ottimo uomo per il treno in pianura, quindi gli altri possono riposarsi. Sono molto fiducioso in questa squadra, con anche Juan Sebastian Molano e Rui Oliveira che possono aiutarci nella posizione

Punti alla maglia rosa al primo o secondo giorno?
No, non è un grande obiettivo per me. Voglio essere in rosa a Roma, non deve essere per forza il primo giorno. Vedremo giorno per giorno, vediamo come si sviluppa la corsa, ma quando ci sarà possibilità di prendere la maglia e vincere tappa ci proveremo. Ma dobbiamo anche muoversi in modo intelligente

Chi è il tuo più grande rivale?
Molti ottimi corridori qui al Giro. In tre settimane ci possono essere molte sorprese. Ci sono molti giovani forti in crescita, ma al di là dei giovani Bardet ha mostrato di essere in ottima forma e penso che Geraint sarà forte come sempre. Ha fatto una bella preparazione e sarà pronto. Penso sarà presente in salita e a cronometro. Penso comunque che al secondo giorno capiremo meglio

Nessuno dubita della tua forma in salita, ma avevi detto anche i voler lavorare alle crono, quindi ora come ti senti?
Sì, ho lavorato un po’ sulle crono. Mi sento bene, ma non come sulla bici da strada. Mi piacerebbe poterci lavorare di più, ma il tempo non basta mai per allenarsi per tutto. Comunque quest’anno ho trascorso più tempo sulla bici da crono e sono più fiducioso

Molti pensano che tu sia il grande favorito, quale sarà il tuo atteggiamento a questo riguardo?
Penso che dovunque vado sono considerato il favorito. Ormai ho imparato a conviverci e ho imparato a correre in questa ottica. Ci prepariamo con la squadra pensando che tutti correranno contro di noi e anche al Giro sarà così. Sappiamo di dover controllare praticamente ogni giorno, soprattutto nei primi giorni, in cui tutti aspetteranno le nostre mosse. Ma quando la squadra è così forte ti toglie molta pressione. Sappiamo di dover controllare, sappiamo che tutti guarderanno noi, ma noi dobbiamo fare la nostra corsa, seguire il nostro piano, calcolando che comunque dobbiamo cercare di tenere più energie possibile per la fine, senza svuotarci completamente.

Dopo una Vuelta e quattro Tour, farai ora il tuo esordio al Giro: ti hanno già detto le differenze che possono esserci?
Sì, tutti sanno che ogni GT è una corsa diversa. Penso che ci saranno tappe dure e meno bel tempo, ma anche meno stress rispetto al Tour. Ci son vantaggi e svantaggi, ma ne sarò di più dopo tre settimane.

Quasi quattro anni fa hai vinto il tuo primo GT, all’ultimo giorno, cosa ricordi di quel giorno?
Mi ricordo di quattro anni fa ovviamente, non ho una memoria così brutta (ride, ndr). La mia carriera è cambiata dopo quel giorno e quel giorno ha cambiato anche la mia vita. Da quel momento a pressione è aumentata e corro sempre per vincere. È stato un passo avanti positivo per me. Qualcosa che da bambino hai perfino paura a sognare. Entri in un mondo che non avevi neanche immaginato.

Cosa pensi del percorso e quali sono le salite che preferisci?
Ci sono piccole differenze nei percorsi, ma nei GT hai sempre delle  cronometro, delle salite più o meno lunghe, con tappe lunghe o corte. Ogni corsa fa storia a sé, ma è normale che devi sempre saper fare tutto. Mi piace ogni corsa a cui partecipo. Mi piace quando un GT inizia con tape dure. Una delle mie tappe preferite è quella verso Livigno, ma non vedo anche l’ora che arrivi la tappa del Monte Grappa. Ci sono comunque anche altre belle salite nel corso di queste tre settimane, alcune le conosco, per averci corso o essermici allenato in passato, e mi piacciono. Questo Giro mi piace.

Cosa pensi del fatto che si parli sempre di te, non solo i giornalisti ma anche direttori sportivi e team manager?
Non è bello, non è rispettoso per gli altri. Non si tratta solo di me e della UAE, non ci siamo solo noi. Una volta che si arriva in montagna la differenza è minima. Tutti vogliamo vincere e penso che anche altre squadre possano vincere. Ho vinto tanto e forse è anche un po’ colpa mia in questo senso, ma non ho corso come altri, facendo corse di preparazione. Ho fatto solo le corse a cui puntavo

Cosa pensi della caduta di Jonas Vingegaard, ci hai parlato?
Orribile quanto successo a Vingegaard. Ero con Urska quando abbiamo visto le immagini e ci hanno molto colpito. Credo sia andato anche a sbattere contro l’asfalto e sicuramente è stata molto dura per lui. Spero che possa recuperare bene. Non ci ho parlato, penso che voglia la giusta privacy. È stata una caduta drammatica che può causare traumi ai corridori coinvolti. Spero che abbia il miglior supporto possibile tra famiglia e amici

Al Giro spesso il freddo può essere un fattore decisivo.
Il meteo ha sempre un ruolo importante, vento, pioggia, freddo e neve possono avere un ruolo importante. Penso che passare lo Stelvio, se ci sarà molto neve, non so come faremo. Sarà più dura per gli organizzatori che per noi.

Dopo questa primavera ti senti più forte quest’anno ed eventualmente dove?
Penso di essere più forte, effettivamente. Mi sento più a mio agio in bici e mi diverto ancor più di prima.

Hai avuto una preparazione diversa quest’anno…
Mi piace allenarmi duramente e fare qualche corsa nel mentre. Ad ogni gara è importante accumulare fatica, senza magari neanche rendertene conto. Mi piace come abbiamo affrontato questo periodo sinora. Ma ora ci sarà un mese di corsa, poi tra un mese un altro mese di gara. Sicuramente sei più motivato quando corri di più, ma per me è stato benefico arrivare alle corse dopo aver visto le corse in TV. Ogni volta che le guardavo mi veniva voglia di correre e quando sono venuto alle corse avevo una grande voglia di correre finalmente.

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